di Gianfranco Peretti
Bufale nella rete
Sandro Botticelli - Allegoria della Calunnia (1496)
Ora le chiamano fake news, anzi per quel curioso vezzo degli italiani che si autoriducono le locuzioni inglesi costituite da aggettivo+sostantivo, eliminando il sostantivo, semplicemente fake.
In altre parole, false notizie. Nella maggior parte dei casi sono fabbricate artatamente allo scopo di calunniare una persona, un personaggio pubblico, un partito politico, ecc. Molto spesso si prefiggono di seminare odio, paura, disprezzo nei confronti di altri popoli, comunità religiose, tifoserie avversarie, orientamenti sessuali. A volte si tratta più semplicemente di tentativi di truffa ai danni dei più sprovveduti.
Non avendo nessun bisogno di ricorrere ad una parola inglese, preferiamo chiamarle bufale.
Sembra che la parola bufala derivi dall'espressione "menare per il naso come una bufala", ovvero portare a spasso l'interlocutore trascinandolo come si fa con i buoi e i bufali, per l'anello attaccato al naso.
Il fenomeno è antico come il mondo e ci sarebbe ben poco da meravigliarsene. Se vi propongo una riflessione sul tema è perché nell'epoca di Internet, assume un valore nuovo, per due motivi:
1) l'enorme diffusione che può avere una notizia diffusa in rete, propagata soprattutto dai social network (1), ovverosia comunità virtuali (familiarmente abbreviato in social, altro esempio di autoriduzione linguistica);
2) dalla possibilità che ha ciascun membro della comunità di aggiungere i propri commenti (spesso insulti, volgarità, pestaggi virtuali), alimentando una sorta di passaparola all'ennesima potenza.
É chiaro che in queste condizioni la falsa notizia può assumere un carattere dirompente, pericoloso, generare ritorsioni altrettanto devastanti. Ma soprattutto danneggiare in modo spesso irreversibile la reputazione delle persone. Una conseguenza importante di quanto affermato al numero 2), è che ciò aumenta anche la responsabilità individuale: siamo noi membri della comunità che contribuiamo in modo determinante alla diffusione della falsa notizia, con le nostre condivisioni e i nostri like (approvazione) (2).
Le bufale intervengono pesantemente anche nella politica, specialmente in occasione di campagne elettorali, allo scopo di favorire (danneggiando l'avversario) il proprio candidato.
Famosa quella che ha avuto come obiettivo Hillary Clinton durante le recenti elezioni presidenziali americane.
Un'accusa infamante, per un futuro presidente degli Stati Uniti, vendere armi al Califfato. C'è chi sostiene che questo tipo di notizie abbia influenzato il voto; non ci sono prove di questo, ma è possibile. La bufala in questione ha avuto 789mila interazioni.
Ma la falsa notizia che Papa Francesco ha appoggiato Donald Trump è quella che in assoluto ha avuto più contatti (960mila).
A casa nostra, particolarmente presa di mira è la Presidente della Camera Laura Boldrini.
Fece scalpore quella che attribuiva alla sorella trentacinquenne una pensione di 10.000 euro al mese. In un'altra di queste bufale si sosteneva che gestisse 340 cooperative di sostegno agli immigrati. Naturalmente, ciascuna di queste ha generato ondate di commenti sdegnati e di insulti irripetibili.
Peccato che la sorella di Laura Boldrini fosse morta da anni e che la foto che accompagnava la falsa notizia fosse quella di una attrice americana, Krysten Alyce Ritter.
Sono solo alcune delle bufale che circolano in rete sulla sorella della terza carica dello Stato:
Ha chiesto di rendere obbligatorio il burqa per le donne italiane. Poi ha introdotto una tassa sulla carne di maiale. Dopo aver proposto di inserire a scuola l’ora obbligatoria di Corano, ha persino aperto un conto a Panama per raccogliere fondi destinati ai migranti di fede islamica.
Come è evidente, molte di queste hanno lo scopo di gettare fango su Laura Boldrini, ma anche, in maniera subdola, di seminare odio religioso e razziale.
Fanno parte cioè di una sottospecie di bufala che prende di mira la comunità musulmana in particolare, ma non disdegna di colpire ogni tipo di immigrato.
Come se non bastasse, ci sono anche le antibufale cioè le affermazioni di coloro che spacciano per bufala una notizia vera.
Esempio 1:
Nel 1998, nel corso dello spettacolo Apocalisse morbida, Beppe Grillo ha definito l'Aids la più "grande bufala di questo secolo", negando che l'Hiv è un virus trasmissibile capace di danneggiare il sistema immunitario. Non solo: ha anche sostenuto che epidemie come poliomielite e difterite sarebbero scomparse anche senza le campagne di vaccinazioni. "Un'affermazione falsa perché gli agenti patogeni non scompaiono nel nulla, solo che non riescono a trovare un ospite da infettare", (Giovanni Maga, virologo dell'Istituto di Genetica molecolare del Cnr).
Esempio 2:
Donald Trump nega che esista il fenomeno del surriscaldamento del pianeta, a causa delle emissioni inquinanti (bufala, bufala!). Questo in spregio agli appelli della stragrande maggioranza degli scienzati di ogni parte del mondo.
Un momento, ma non potrebbe avere ragione lui?
Intanto mi preme di sottolineare che un atteggiamento dubbioso o scettico è altamente auspicabile da parte di ciascuno di noi, sempre.
Nel caso specifico, personalmente mi regolerei facendo appello alla logica e al buon senso o, se volete, alle probabilità. Vediamo: che cosa hanno da guadagnare gli scienzati affermando che le emissioni di CO2 provocano l’effetto serra, cioè l’aumento della temperatura globale? Niente, mi pare. Cosa ha da guadagnare Trump, che ha promesso una crescita dell’economia e un aumento dei posti di lavoro se si cancellano i limiti all’inquinamento? Fate voi.
Fra le bufale più popolari che circolano su Internet, ci sono indubbiamente quelle che riguardano la salute.
Rimedi miracolosi contro il cancro, diete mirabolanti, e chi più ne ha più ne metta. Va da sé che dar retta a questi consigli può essere molto pericoloso e ci sono purtroppo dei casi di persone che hanno perso la vita per questo.
Alcune di queste false notizie sono dei veri e propri tentativi di truffa. Per questo è necessario prestare molta attenzione e fare le opportune verifiche prima di dare credito a chi ci chiede di fare versamenti (per quanto piccoli) tramite la carta di credito. Un esempio: tempo fa circolava la notizia che il popolare servizio di messaggistica Whatsapp cessava di essere gratuito e si chiedeva un versamento di 0,99 euro. Poca cosa direte voi; ma chi vi assicura che una volta dati gli estremi della vostra carta di credito, si sarebbero limitati a prelevare quella cifra?
Che fare per difendersi?
Naturalmente, per prima cosa, non accettare per oro colato tuttociò che si pubblica su Internet. La Rete costituisce un grande pericolo, ma anche una grande opportunità. Ci da la possibilità di fare delle verifiche, consultare altri siti che riteniamo affidabili, approfondire le notizie. Nel caso specifico delle bufale, molto spesso si tratta di tentativi assai grossolani di suscitare polemiche partigiane e quindi abbastanza scoperte; inoltre esistono siti (3) che si dedicano proprio a smascherarle o quanto meno segnalarle. Perché dare credito a questi siti? Beh, non si tratta di cadere da un atto di fede ad un altro. Si tratta piuttosto di mettere a confronto delle opinioni e poi decidere con la nostra testa.
NOTE
1 Con il termine social network intendiamo, nel linguaggio corrente, quelle reti sociali online che ci consentono di interagire con altri utenti di Internet, in base a determinati, e a volte comuni, interessi. Esempi sono: Facebook, Twitter, LinkedIn, Instagram, Google+.
2 "Le bufale si diffondono tanto, e velocemente, semplicemente perché sulla rete sociale tendiamo a fare amicizia con persone simili a noi, che fruiscono i nostri stessi contenuti". (Walter Quattrociocchi, informatico, coordinatore del Laboratory of Computational social science dell'IMT di Lucca).
3 Eccone alcuni:
https://www.bastabufale.it/
http://www.bufale.net
http://www.vitaesalute.net/le-antibufale/
http://www.bufaleedintorni.it/